Dopo una leggera ripresa durante la seconda guerra mondiale per far fronte alle restrizioni alimentari, il torchio e la sua produzione di olio indigeno sono caduti nell’oblio, come molte altre attività legate al mondo contadino. Un raro esempio di “macchina” per la produzione di olio di noce , impiegato sia per l’illuminazione, sia per il consumo alimentare quale condimento, che è rimasto in funzione fino a fine ‘800. All’inizio degli anni ‘80 il Comune di Sonvico decide di salvaguardare e valorizzare l’intero manufatto con il restauro dell’edificio fatiscente e del torchio stesso.
Negli anni Ottanta é stato acquistato dal comune e restaurato, diventando un piccolo centro culturale gestito dall'associazione "Amici del Torchio".